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Oggi, nella nostra rubrica, abbiamo il piacere di ospitare l'intervento
dell'ingegner Gianantonio Cestari. Un intervento che, di fatto, si colloca in quella sezione del nostro Manifesto che abbiamo dedicato al dibattito
intorno all'avvenire di Mantova. E al suo rinascimento artistico e industriale. Infatti, nel racconto dell'ingegner Gianantonio Cestari emerge come,
a partire dall'esigenza di realizzarsi professionalmente a Mantova, si possa incontrare la via per concretizzare i propri sogni, la propria
indipendenza e opera di ingegno assolutamente innovativi.
In questo contesto il suo percorso di autenticazione si qualifica, soprattutto, come riconoscimento industriale perché è un esempio eccellente di
come possano funzionare le cose prese tra l'arte e l'invenzione, tra la macchina e la tecnica e tra la cultura e il gioco. Lungo il solco tracciato
dal nostro Manifesto si situa, quindi, a buon diritto, anche l'intervento dell'ingegner Gianantonio Cestari, a cui cediamo la parola.
"Nel 1990, dopo essermi laureato in ingegneria meccanica al Politecnico di Milano, ho iniziato ad insegnare matematica e fisica all'Istituto Leonardo
Da Vinci di Mantova. Abbandonato quasi subito l'insegnamento, mi sono occupato di problemi legati alla qualità e alla certificazione dei prodotti in
alcune aziende del basso mantovano come l'Iteco, la Lavorwash e la Rovani impianti. Adesso, da più di dieci anni, sono libero professionista e mi
occupo di progettazione nel campo dei motori automobilistici e dei veicoli elettrici. In questo contesto mi sono sempre occupato di ricerca avanzata
e di progetti di sviluppo finanziati anche grazie al contributo del Ministero dell'industria. C'è da dire che fin da piccolo io mi sono sempre
occupato di automobili anche perché i miei genitori gestivano un'autoscuola. Di conseguenza la cosa più difficile per me è stata quella di tenermi al
di fuori del business di famiglia anche se, a onor del vero, i miei genitori mi hanno sempre spinto ad impegnarmi negli studi. Insomma, grazie alla
loro insistenza il mio percorso di studi mi ha portato ad essere indipendente e a trovare la strada che mi ha permesso di realizzare i miei sogni. E
i miei progetti industriali. E così, a partire dal liceo scientifico, la mia passione per le automobili si è man mano trasformata in un vero e
proprio interesse per la progettazione meccanica. Poi, all'università, questo interesse si è concretizzato nell'invenzione di un veicolo elettrico
con i motori inseriti nelle ruote. E questo è successo perché già in quel tempo mi interrogavo sui gravissimi problemi di inquinamento che stavano
sconvolgendo i ritmi naturali del pianeta e che, a mio avviso, andavano affrontati e risolti al più presto possibile. Era dunque urgentissimo
impegnarsi ad inventare altri sistemi di propulsione più efficienti e più rispettosi dell'ambiente.
L'idea dei motori inseriti nelle ruote parte dal fatto che il motore elettrico ha tutte le caratteristiche per essere inserito nel cerchio della
ruota. In questo modo non c'è più bisogno del cambio e del sistema di trasmissione: un dispositivo essenziale al motore a scoppio che, per avviare il
processo di movimento, deve essere acceso. Il motore elettrico, invece, può partire da fermo perché quando c'è bisogno di muovere le ruote basta
fornire energia. A partire da questa idea ho costruito un prototipo e, grazie ad un finanziamento del Ministero dell'industria, sto portando avanti
la mia ricerca alla Lavorwash. E oggi posso dire che questo mio lavoro è la realizzazione di un sogno che, al tempo dell'università, sembrava
impossibile da concretizzare. Inoltre questo sogno si è realizzato a Mantova senza bisogno di andare in capo al mondo. Insomma, quello che voglio
dire è che, malgrado tutto, si può essere felici anche a Mantova perché, grazie alla globalizzazione e alle nuove tecnologie, qui ci sono tutte le
condizioni per realizzare, diffondere e vendere in tutto il mondo nuovi progetti e opere d'ingegno avanzatissime. Ebbene, essere riuscito a
realizzare le mie idee e i miei progetti a Mantova io la considero una grande conquista, perché ho messo finalmente in discussione l'idea che nella
nostra città non ci sia posto per i sogni, l'invenzione, la ricerca e la progettazione di nuovi dispositivi scientifici utili all'avanzamento civile
e sociale della nostra collettività. Inoltre la lezione che ho tratto da questa mia esperienza è questa: è assolutamente necessario appassionarsi ad
un progetto di vita, di lavoro e di riuscita perché, prima o poi, questo progetto si realizza e se poi piace e risulta utile alla collettività la
felicità che si prova è immensa.
Forte di queste mie acquisizioni, con l'aiuto di un gruppo di altri mantovani, ho portato in giro per la città alcuni veicoli elettrici di mia
progettazione. Devo dire che a fronte di un visibile interesse da parte dei cittadini ho incontrato assoluta indifferenza da parte delle istituzioni.
La proposta si articolava intorno alla gestione di un parco di veicoli elettrici da mettere a disposizione di chi voleva muoversi in centro, in modo
da rendere possibile l'attivazione di alcuni parcheggi scambiatori che avrebbero risolto due problemi cruciali: l'inquinamento e il rumore. Purtroppo
l'amministrazione comunale non ha mostrato alcun interesse per questo progetto. In compenso, oggi, un gruppo di privati si sta attivando per trovare
degli investitori che finanzino questa opera, sia sul versante della produzione di veicoli elettrici che per la questione dei parcheggi, che è una
cosa molto complessa perché coinvolge direttamente gli amministratori cittadini. Amministratori che si devono sbrigare a prendere coscienza del fatto
che ormai nelle città non si può più circolare con veicoli a motore perché inquinano e sono rumorosi. E questo lo dico perché l'inquinamento ha
raggiunto livelli drammatici, e tutti gli scienziati sono concordi nel sostenere che l'innalzamento della temperatura globale del pianeta, tra
qualche anno, avrà conseguenze catastrofiche sull'ecosistema terrestre.
Ecco perché, secondo me, all'interno dei centri urbani la mobilità dovrebbe essere regolata da motori elettrici alimentati da combustibili ad
idrogeno. Purtroppo questa vera e propria rivoluzione in materia di mobilità viene tenuta in ombra dai grandi cartelli automobilistici e petroliferi
che, naturalmente, fanno di tutto per vendere i loro prodotti. Il mio sogno, allora, è quello di arrivare un giorno a produrre i veicoli elettrici
che invento e progetto sia per inaugurare un nuovo mercato, sia per contribuire a rendere più silenziose e meno inquinate le città.
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