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a cura di Giacomo Bucci ed Enrico Ratti articolo pubblicato in prima pagina sulla Cronaca di Mantova il 30 luglio 2004
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Una realtà industriale |
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In conclusione della prima sessione di scritti pubblicati in questa rubrica, oggi abbiamo il piacere di
ospitare l'intervento di Carlo Pasini. Quello di Carlo Pasini, a nostro avviso, è un intervento di estremo interesse, perché la sua humanitas e le
sue idee ci danno l'occasione per esemplificare quel modello di vita e di riuscita che trova le sue regole, le sue norme e i suoi motivi in quello
che abbiamo definito il Manifesto del Nuovo Rinascimento Mantovano. E Carlo, studente iscritto al quarto anno di Economia e Commercio presso
l'Università di Parma, aderendo alle istanze intellettuali avanzate nel Manifesto ci racconta come, a partire dall'impresa fondata dal nonno, si sia
poi articolata la favola industriale della sua famiglia. Una favola fondata su un dispositivo intellettuale che trova il suo statuto in un viaggio
che non ammette l'ideologia, come avviene per esempio nelle fiabe danesi, francesi e tedesche, ma solo istanze di qualità, di crescita e di riuscita.
In definitiva il racconto di Carlo Pasini, che è fatto di sogno e di ringraziamento, rilascia la novella mediterranea, ma anche la notizia e la
testimonianza, insomma tutto ciò che costituisce quella favola del fare che è traccia incancellabile della sua famiglia. E della sua azienda.
Un'azienda inaugurata dal nonno in un magazzino di Castel D'Ario e che, dopo essersi trasferita a Porto Mantovano nel 1992, oggi produce prodotti di
plastica per industrie come Nike, Mandarina Duke, Sisma, Maserati eccetera eccetera.
"Per me l'impresa inizia che nascevo. Infatti fin da piccolo ho sempre giocato tra le macchine, i congegni e le persone che lavoravano per mio padre.
E tra i congegni, le macchine e gli operai sono cresciuto tanto che l'azienda la vivevo come un'estensione della famiglia. Il nonno ha gettato le
basi, mia madre e mio padre l'hanno fatta crescere e tutta la famiglia ruotava intorno all'azienda, zie comprese. Fin dall'inizio la nostra politica
è stata quella di dare da lavorare alla gente del paese. Oggi, infatti, il nostro miglior tecnico è una persona che da ragazzino veniva da mio nonno
in pantaloncini corti per imparare a lavorare. Questa politica l'abbiamo portata avanti il più a lungo possibile ma, purtroppo, il nostro lavoro è
soprattutto manuale e la gente oggi cerca di evitare di fare sforzi fisici, sicché gli operai qualificati sono ormai rarissimi. Questo stato di cose
è un danno enorme per le aziende, perché adesso ruota tutto intorno al lavoro interinale e gli operai, tranne alcuni casi, non si affezionano più al
lavoro. Una volta, invece, i lavoratori diventavano parte integrante della famiglia.
Come dicevo mio nonno, grande appassionato di meccanica, ha posto le basi dell'azienda. Mia madre, che è sua figlia, ha invece sempre gestito la
parte finanziaria, ma assolveva anche la funzione di diplomatica tra mio padre e mio nonno a cui, in verità, interessava inventare, creare, più che
commercializzare i suoi prodotti. Invece mio padre era molto più attento a sviluppare l'azienda attraverso il fatturato e le vendite. Questo
attualmente è ancora il dispositivo di governo dell'azienda.
Poi arrivo io e a me è sempre piaciuto vendere, sicché l'idea è stata quella di sfruttare al meglio questa mia passione. Quindi il marketing è stato
lo sbocco più ovvio del mio percorso di studi. A questo punto una precisazione si rende necessaria: nessuno nella mia famiglia mi ha mai imposto
niente, quindi io non ho rinunciato ad intraprendere altre strade per esaudire i desideri dei miei genitori. Scegliere di lavorare in azienda è stato
un modo per ringraziare tutti dell'opera che hanno creato e che un giorno avrò la responsabilità di dirigere. E così, a partire dal Liceo scientifico
fino alla decisione di scegliere Economia e Commercio, tanti indizi davano alla mia famiglia la speranza di vedermi un giorno lavorare al loro fianco
dotato di una formazione culturale al passo coi tempi. In questo contesto io oggi reputo l'azienda quel mezzo che mi ha portato a trovare il giusto
equilibrio tra le aspettative della mia famiglia e le mie ambizioni personali. Inoltre il vero beneficio che sento venire da questa mia scelta di
vita risiede tutto nella responsabilità di essere quell'erede che ha il dovere di creare un valore in più per l'azienda. Anche se, attualmente, la
qualità dei nostri prodotti è già molto alta: punta soprattutto sull'affidabilità, sulla cura estetica e sulla lunga durata. Ma diamo importanza
anche ai servizi che comprendono le consegne regolari e la correttezza contrattuale con clienti e fornitori. Inoltre la nostra qualità è il frutto
della ricerca scientifica e delle innovazioni tecnologiche che utilizziamo per stare al passo coi tempi. Solo così possiamo permetterci di lavorare
per tutti, perché oggi facciamo le sedie e domani i portacenere. Il nostro è un campo di applicazioni infinito perché, com'è noto, la plastica è
dappertutto.
In definitiva il mio sogno è sempre stato quello di essere all'altezza degli obiettivi che mi sono prefissato: la crescita strutturale e l’eccellenza
della mia azienda, sia rimanendo fedele alla traccia originaria trasmessami dai miei genitori, sia assumendomi tutte le responsabilità che, comunque,
sono sempre state la materia della mia scommessa di vita e di riuscita.
AI LETTORI - Durante il mese di agosto "La Stanza dei Sogni" sospende le pubblicazioni che riprenderanno, con scadenza settimanale, in
settembre. |
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